Quel risiko dei broker

Con l’aggregazione tra Cambiaso Risso e la francese Siaci nasce un big europeo nel settore marine. Ora occhi puntati su Assiteca, corteggiata dai colossi, con i private equity alla finestra
di Anna Messia

Broker alle grandi manovre. L’ultima maxi operazione realizzata nel settore a metà febbraio ha dato vita al secondo gruppo europeo nel brokeraggio assicurativo marine con più di 550 milioni di premi gestiti. Si tratta della partnership firmata tra Cambiaso Risso, società genovese ai vertici mondiali nel settore delle assicurazioni marittime e la francese Siaci Saint Honoré, uno tra i maggiori broker assicurativi e di servizi di consulenza. Secondo l’accordo i francesi entreranno con una quota di maggioranza nella società genovese ma i manager di Cambiaso Risso, il presidente Marco Risso e il ceo Mauro Iguera, resteranno saldamente al timone della società e anzi entreranno anche nel board della Siaci. Una partita importante nel riassetto del settore, che secondo indiscrezioni avrebbe avuto un valore di circa 100 milioni.

Ma il riassetto del brokeraggio assicurativo italiano sembra solo all’inizio. Una riorganizzazione che potrebbe essere accelerata dalla discesa in campo dei grandi fondi di private equity (in Siaci Saint Honoré è presente il fondo Charterhouse) che, secondo fonti ben informate, avrebbero iniziato a mettere gli occhi sugli operatori italiani, replicando quanto fatto qualche anno fa qualche anno fa nel comparto della polizze con Cinven (che ha comprato Ergo Skandia ed Eurovita) e JcFlowers (la prima a comprare Eurovita) oppure Apollo, che ha rilevato Amissima da Carige .
Anche nel settore del brokeraggio le aggregazioni potrebbero essere particolarmente utili per creare sinergie e i fondi di private equity potrebbero fare da catalizzatori, aggregando più realtà per poi quotarle in Borsa e preyservandone magari così anche l’italianità. Intanto la competizione si è aperta. L’oggetto del desiderio più ambito sembra essere indubbiamente Assiteca , il primo broker italiano indipendente, unico quotato a Piazza Affari da luglio 2015. C’è stato un momento in cui, nei mesi scorsi, il presidente, fondatore e azionista della società con poco meno del 79%, Luciano Lucca, avrebbe valutato l’ipotesi di uscita da Assiteca e l’interesse di possibili acquirenti era sembrato subito altissimo.

A farsi avanti, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, sarebbero stati i grandi broker internazionali, Aon e Marsh in particolare, che per accaparrarsi Assiteca sarebbero stati pronti a mettere sul piatto un cifra superiore ai 100 milioni di euro e pure i fondi di private equity erano pronti a muoversi. Nel frattempo Lucca sembra essere tornato sui suoi passi, rimandando ogni ipotesi di vendita e spingendo anzi con entusiasmo verso nuovi progetti di sviluppo, ma evidentemente l’interesse per un comparto che in Italia intermedia una percentuale vicina al 40% del ramo danni resta.
Pronte all’azione ci sono appunto le big internazionali, come Aon, che in più occasioni ha fatto sapere di voler crescere un po’ in tutta Europa, dall’Inghilterra alla Francia, passando per la Germania e l’Italia. Oppure Marsh, appunto, che in verità negli ultimi mesi ha già chiuso una maxi acquisizione che ha interessato indirettamente anche l’Italia. Si tratta dell’acquisto, avvenuto a settembre 2018, di Jardine Lloyd Thompson (Jlt), chiuso per 5,6 miliardi di dollari. In Italia Jlt ha una quota del 25% del broker Mag-Jlt, mentre il 75% restante è in mano a Marine & Aviation. Si tratta di una delle società di brokeraggio più antiche d’Italia, fondata da Vincenzo Impronta.

A questo punto, dopo la mossa di Marsh su Jlt bisognerà capire come si riorganizzerà la società, con la famiglia Impronta che, a quanto pare, potrebbe decidere di muoversi per arrivare a detenere l’intero capitale della società di brokeraggio. Si vedrà. Nei mesi scorsi anche Francesco Paparella, professionista molto noto nel settore, per cinque mandati presidente dell’Aiba, l’associazione dei broker, ha dato vita a un’operazione di riassetto vendendo con una cessione il ramo d’azienda la sua società Ivr (che era stata fondata insieme a Fabio Cerchiai poi uscito dal progetto) a Consultbrokers, specializzato nella pubblica amministrazione e in particolare nel settore sanitario, che opera sul mercato da oltre 30 anni. Paparella è entrato nel consiglio di Consultbrokers con la nomina di vicepresidente. (riproduzione riservata)

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